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Con il Decreto Immigrazione della ministra Lamorgese da ottobre 2020, il SAI ha sostituito il SIPROIMI introdotto nel 2018 con il primo Decreto Sicurezza, che a sua volta aveva sostituito il modello SPRAR: è mutato così il sistema di accoglienza dei migranti in Italia.

Ad oggi, il Sistema di Accoglienza e Integrazione presenta due livelli di erogazione dei servizi e apre all’accoglienza i richiedenti asilo, i titolari di protezione internazionale e i titolari di permessi di soggiorno per Protezione Speciale, Cure Mediche, Protezione sociale, Violenza domestica, Calamità, Particolare sfruttamento lavorativo, Atti di particolare valore civile, Casi Speciali e Prosieguo amministrativo al fine di favorirne l’integrazione.

Per capire meglio l’attualità sull’accoglienza in Italia e sulla protezione dei diritti umani, partiamo dal documento fondamentale: la Dichiarazione universale dei diritti umani.

Questa venne adottata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, con l’obiettivo di evitare che le atrocità commesse durante quegli anni si potessero ripetere e per garantire la tutela dei diritti fondamentali e la dignità di ciascun individuo.

Ad ogni individuo spettano diritti e libertà senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione viene inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.

In questo contesto, ha particolare valore ricordare l’articolo 14, nel quale si legge: “Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni”. 

Strettamente collegato a questo è importante ricordare anche l’articolo 10 della Costituzione italiana del 1948 e la Convenzione di Ginevra del 1951 sullo status dei rifugiati.
La nostra Costituzione infatti recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione Italiana, ha il diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”.  

Da queste disposizioni fondamentali derivano le norme che regolano ancora oggi le richieste di asilo e protezione anche nel nostro Paese.

In Italia infatti è attivo il Servizio di Accoglienza e Integrazione (servizio SAI come quello di Biella e di Valle Elvo), un servizio pubblico finalizzato a proteggere chi è costretto a fuggire dal proprio Paese a causa di conflitti, violenze, persecuzioni e violazione dei diritti umani.

Noi come operatori di questo progetto di accoglienza e integrazione ogni giorno lavoriamo per assicurare l’esercizio del diritto di asilo supportando le persone nella costruzione del proprio futuro in sicurezza e in libertà in Italia.

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